Partenza e arrivo dalla Stazione ferroviaria di
Talamone, località Fonteblanda (Gr).
Posizione
Geografica
N 42°33.911' E 11°10.188'
N 42°33'54.684" E 11°10'11.315"
N +42.5651900 E +11.1698100
Distanza
Totale
44,99
Km
Salita
Aumento
di quota: 636 m
Perdita di quota: 638 m
Quota min: -15 m
Quota max: 199 m
Ambiente
(1/10)
10
Condizione
richiesta (1/10)
7
Tecnica
(1/10)
7
Divertimento
(1/10)
7
Qualità
percorso (1/10)
6
NOTE
Molti
tratti sentieri pedonali con bici a spinta.
Daniele
Partenza dalla stazione
ferroviaria di Fonteblanda-Talamone, insieme a Stefania. Percorso il
lungomare, dopo pochi km inizia sulla destra il fuoristrada. Per il
momento salite non troppo ripide e mentre la quota aumenta, sulla
sinistra si intravede il paesaggio mozzafiato fatto di bosco e mare. Si
attraversano recinti di filo spinato, cancelli a protezione della fauna
selvatica, ma dopo 10 km inizia la parte più difficile: un tratturo
single track nel fitto della vegetazione lungo almeno 1,5 km (meglio se
affrontato con pantaloni lunghi), poi discesa e sosta sulla spaggia
bianca di Cala di Forno. Si riprende il tracciato PEDONALE siglato A4
per altri 2 km circa, sassoso e scosceso percorribile per pochi tratti
in MTB. Si giunge all'altezza della Torre di Collelungo e il percorso
ritorna percorribile fino al 22° km. Inizia la parte asfaltata del
Parco che conduce, percorsi altri 6 km, al termine. Si imbocca la
strada per Alberese e, dopo un breve tratto di ciclabile si va in
direzione Albarese Scalo. Ci ostacola il tragitto un alto cancello, che
abilmente aggiriamo penetrando in alcune proprietà private ma deserte,
e percorriamo gli ultimi chilometri che rimangono per raggiungere la
fine dell'anello in un susseguirsi di fuoristrada su strade vicinali,
con attraversamenti di cerbiatti e nella natura più incontaminata. Ecco
Talamone con i suoi surfisti e la stazione di Fonteblanda.
Un'avventura, non solo per la particolarità del percorso ma anche per i
contrattempi e gli ostacoli trovati. 6 ore di paradiso terrestre, poco
asfalto e poche automobili, insomma proprio ciò che cerchiamo.
Stefania
Il percorso minuziosamente
descritto da Daniele, con il rumore del mare in sottofondo è
impossibile da descrivere, va vissuto per assaporarne la bellezza. La pausa
pranzo a "Cala di Forno" spiaggia bianca, isolata, con un mare
cristallino e il sole a picco, trovata dopo aver attraversato filo
spinato e riserve di cinghiali...... Infatti il
divertimento è un'altro aspetto di questa meravigliosa passeggiata, in
quanto abbiamo trovato diversi ostacoli da superare......cancelli, filo
spinato, proprietà private, binari, campi arati ecc....ecc...(da
arresto!!!!!) Un modo
alternativo di festeggiare un compleanno (di Daniele), pedalare,
camminare, arrampicarsi, assaporare la natura a pieni polmoni e
scoprire che il paradiso esiste, basta guardarsi intorno.
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